S’infrangono gli occhi di fiaba
(per una bimba violata nel corpo e nell’anima) - Il silenzio era fermo ad aspettare - Volava uno scoiattolo per consumare il giorno tra i rami e la corteccia scorrevano i prati di margherite come la prima neve al fondo valle e una nube faceva il girotondo con le mani del cielo - Mammina, dove sei? - E la notte precipita in mezzo al buio concavo che affoga bolle rosa e aromi bianchi di bambole nuove strappate dagli artigli di una risata cupa - Mammina, ho paura… - Il nero ha tanti occhi più vuoti di una stanza senza voci e fendono la luce dell’infanzia reclinata al tramonto in mezzo a un precipizio - Mammina, ho tanto freddo… - E una cascata salata dagli occhi corrode il velluto di porcellana morbida nel terrore inciso col bulino - Mammina, qui c’è l’orco! - Una mano tagliente scarnifica il respiro sopra la pelle implume - Mammina mia, mam… - E cento lame di coltelli sordidi deturpano i petali di bimba Singhiozzano i cipressi tra le lacrime verdi Piange la fiaba col suo fiocco nero |