Al tacere delle rose
Ti penso al tacere delle rose, che bevono un sorso di luce nell’ultimo pomeriggio quando la tua immagine si fa guizzo e schiuma di quell’onda che ci naviga anche nella distanza concava. Nell’aria la tua scia di pelle si allunga ai miei sensi accesi d’inverecondo rosso reclinato oltre le tue labbra di carne e segreti, sui miei seni che attendono e stillano latte d’amore. È parola lo sguardo che veste il nitore delle mie braccia, mentre ti spogli di vocali e ti accarezzo il petto con pupille bramose di caldo e salsedine tra le ore nascoste |
che fremono al tuo profumo nudo, come aspersorio d’estasi. Sei rumore di quel piccolo silenzio che tace in stasi bianca, nell’ultimo angolo della ragione dove il cuore ha la benda agli occhi e sfoglia, cieco, la sua margherita, sei velluto spinoso di foglie che soccombe all’imperfezione dei bordi sotto la prima pioggia verde del nostro settembre implume. E mi manchi come l’oro del polline all’ape novella. – Ti penso al tacere delle rose – |
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"Al tacere della rose", tratta dalla silloge "Quanti cieli ha la mia sera"
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Spazio curato da Anna Montella
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