Pensieri scomposti
(gli ultimi giorni di un condannato a morte) I passi chiudono la parete dove le foglie parlano straniero e le gocce che bevono dai petali sono echi di libertà cucita con le sbarre di una tazzina vuota La sera muore nell’arancio di un tempo fermo quando le orme camminano al contrario e la clessidra svescia silenzi periferici
e sono padre di un padre che rattoppa la tunica della vergogna sulle ginocchia invecchiate dall’attesa Il codice trascina alle caviglie la vita che uccide la morte e poi saluta le sue vene aride dopo l’iniezione senza colpa Centellino briciole di giorni con mani rassegnate ora che le lancette gonfiano i minuti e il buio fende le sagome sul bianco spento Non basta incidere le pupille col bulino dei ricordi immobili che siedono sui gradini degli anni e non guardano avanti… Non basta sillabare i respiri con preghiere di latte e girotondi accesi sull’aiuola dei limoni le domeniche di picnic azzurri! [Il nove] Il nove si avvicina e mi guarda con la benda dell’onnipotenza perché le ore suonano il canto degli schiavi e i pezzi d’anima [ex anima] si bucano senza sanguinare
per non morire adesso |