Orizzonti di pelle
Ondeggia un silenzio in perlescenza di salsedine rotonda nella stanza che sversa d’azzurro e cantilene spagnole di torri adagiate in riva al monte e piove il tuo nome nel respiro turgido del tuo corpo di muschio e cerchi di papaveri screziati come un dio greco nelle alture oltre quel tenue languore dal collo ai seni caldi che si fa piuma di mani dentro l’onda che lieve ritorna in fremiti d’attesa Orizzonti di pelle - s’inarcano tra giochi in chiaroscuro - a tracciare perimetri di baci sopra il mio candore morbido che segna confini in dissolvenza e il mio corpo è aiuola sul tuo corpo d’acanto e granito con spruzzi rossi di pudore nelle mie guance bambine E le dita camminano distanze sino all’ultimo lembo di cuore che pulsa rose d’inverno ed occhi di maggio acceso nelle infinite sere novembrine smorte d’erba di sole Mi sei bocca sulla bocca nel biancore taciuto di suoni di polpastrelli ardenti che fondono estasi e silenzio in movenze percorse dalla notte E cadono orizzonti di pelle sui nostri corpi |