D’acqua e cantilene
Cammini nel mio cielo concentrico ed è tutto un riverbero rosso - coi tuoi passi profumati - di noi che accarezziamo la sera sui fianchi d’agosto C’è un brillio in sospensione nell’adagiarsi di piccole gocce - danza il pulviscolo - sul vetro lindo di stupore quando le rocce odorano di rose e il promontorio si protende a sud con braccia iridescenti nella fissità di un guizzo d’occhi che traboccano azzurro - tra il mare liscio e l’orologio - mentre cambia colore la mia pelle Si vestono di marzo tardivo i ciclamini che tingono l’aria - nella tregua concessa ai baci - dentro il nostro fazzoletto d’ore che pulsa di me e di te nella salsedine di ciglia dove siedono risa bambine in mezzo alle ginestre accese Un pudore di guance sguscia nei vezzi implumi delle mani che piegano all’estasi - tra il buio e le labbra - sull’orlo della luna che precipita - e veste i miei seni di perle - nelle aiuole stupite dei tuoi occhi che sversano rocce impervie e torri corsare in lontananza Mi ondeggi d’acqua e cantilene al confine della notte |