"...amare magis, sed bene velle minus"
Mi tradisti fra bùccheri e canopi nel tufo lussurioso di Gorgone e dentro l'aspre ciglia d'una gatta sciogliesti il nostro limes cisalpino. L'anse dei fiumi le piegasti tutte nel declivio tra il Po ed il Simeto, ingorda dei tuoi versi perigliosi bevette la leonessa insudiciata. Nel cabotaggio non ti sarò sponda avviluppata ai lùbrici scogli, mi laverò tra vergine e bilancia, scrollandoti tra lucciole e lanterne. Da polvere ad altar il passo è breve com'erudisce il condottier fugace, solo un giorno, per te, io fui regina maldestramente in quel trono di carta. E chi, anguilloso, rantola nel fango no, non s'infinge di rupestre fonte ma l'acqua cristallina mai s'aggruma con l'idro limaccioso del pantano. Mi scortica il bieco tradimento ché fosti di viltà mastro saccente e srotolando il poeta infelice: "...amare magis... bene velle minus". |